giovedì 14 giugno 2012

Dentro una canzone - Le storie di ieri

Questa canzone è stata scritta da Francesco De Gregori (coautore e grande amico di De Andrè) con lo scopo di inserirla in uno dei suoi album. Inizialmente scartata, la canzone venne ripresa da De Andrè nell'album "Volume VIII" scritto a 4 mani insieme allo stesso De Gregori.

Le storie di ieri

Mio padre aveva un sogno comune
condiviso dalla sua generazione
la mascella al cortile parlava
troppi morti lo hanno tradito
tutta gente che aveva capito.

Tutta la canzone è un continuo alternarsi tra il passato e il presente, tra la Storia vissuta da un padre, e la Storia delle nuove generazioni. Come spesso accade si inizia con il passato per poter meglio comprendere il presente e il futuro. Già dai primi versi iniziano i riferimenti al fascismo: "la mascella" infatti, è forse il tratto più caratteristico del Duce, che però viene subito sminuito, perchè invece di parlare in una piazza occupata da una folla oceanica, viene relegato in un misero cortile.

E il bambino nel cortile sta giocando
tira sassi nel cielo e nel mare
ogni volta che colpisce una stella
chiude gli occhi e si mette a sognare
chiude gli occhi e si mette a volare.

I bambini di oggi vivono nella più totale incosapevolezza di tutto ciò che è successo nel  Ventennio, ma anche lo stesso cortile si presta a tutt'altro scopo.

E i cavalli a Salò sono morti di noia
a giocare col nero perdi sempre
Mussolini ha scritto anche poesie
i poeti che strade creature
ogni volta che parlano è una truffa.

I "cavalli" segno di fierezza e trionfo, sono i fascisti duri e puri, che alla lunga finiscono per annoiare con i loro discorsi sempre uguali. Con ironia si fa riferimento al gioco degli scacchi dove "col nero perdi sempre". In questi versi Mussolini è visto più sul lato umano che storico, e la sua capacità di dedicarsi anche all'arte e ai sentimenti, è vista come una truffa, poichè ciò è in netto contrastro con la sua spregevole fama.

Ma mio padre è un ragazzo tranquillo
la mattina legge molti giornali
è convinto di avere delle idee
e suo figlio è una nave pirata
e suo figlio è una nave pirata.

Questa è la medicina contro la dittatura: la tranquillità, la libertà di informazione, la libertà di pensiero. Qui forse mi allontano un poco dal pensiero originale dell'autore ma ogni testo si presta a più interpretazioni, lo dico per correttezza. Nel bambino comincia a prendere forma la consapevolezza che ciò che prima veniva presentato in modo duro e fiero, ora si insunua nelle cose normali, mascherato da buoni sentimenti e giuste speranze. La "nave pirata" è in contrapposizione con la tranquillità del padre, in questo modo viene descritto il fermento proprio di ogni nuova generazione.

E anche adesso è rimasta una scritta nera
sopra il muro davanti casa mia
dice che il movimento vincerà
il gran capo ha la faccia serena
la cravatta intonata alla camicia.

Nella sorpresa di notare una scritta nera che inneggia al fascismo, il bambino realizza che oggi i pensieri più orribili possono celarsi anche dietro una faccia pulita e un bel vestito. L'invasione dei propri spazi poi (la scritta è davanti a casa) rende ancora più concreta e vicina la minaccia. 

Ma il bambino nel cortile si è fermato
si è stancato di seguire gli aquiloni
si è seduto tra i ricordi vicini i rumori lontani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani
guarda il muro e si guarda le mani.

Il bambino ora prende la consapevolezza che è ora di fermarsi, di smettere di giocare e confrontando i ricordi del padre con il suo presente, capisce che è ora di agire, di rimboccarsi le maniche per non ricadere negli stessi errori. Ora tocca a lui, guarda il muro e si guarda le mani.

Il nostro arrangiamento si è ispirato a questa versione:






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